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3D, il Tar Lazio abbassa il limite a 3 anni, ma è ancora polemica.

Dopo circa due anni di attesa, i giudici amministrativi hanno finalmente abbassato l’età per l’utilizzo degli occhiali 3D accogliendo un ricorso presentato nel 2010 dall’Anec…

Negli scorsi giorni è arrivata una notizia che le categorie del cinema, e in particolare gli esercenti, hanno accolto con grande entusiasmo: il Tar del Lazio ha abbassato l’età consentita per l’uso degli occhiali 3D da 6 a 3 anni. Per chi non ricordasse l’origine del divieto, facciamo un passo indietro: erano i primi mesi del 2010, in Italia aveva appena cominciato a diffondersi il fenomeno Avatar, e con esso una corsa quasi spasmodica alla terza dimensione, che in effetti ha costituito un toccasana non indifferente per risollevare il box office non solo italiano ma internazionale. In tale contesto di entusiasmo generale, da noi cominciarono a sollevarsi tuttavia anche le polemiche sui presunti danni alla salute provocati dalla visione stereoscopica.

 

Sulla scia del caso di una bambina che secondo i genitori aveva contratto un’infezione a causa degli occhiali 3D, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori (Codacons) lanciò ricorsi e campagne contro la nuova tecnologia, spingendo anche il Consiglio superiore di sanità a emettere una circolare in cui si indicava come “controindicato” l’uso degli occhiali per la terza dimensione tanto per i bambini sotto i 6 anni quanto per gli adulti in caso di un’esposizione prolungata nel tempo. Un documento che scatenò la reazione delle associazioni del settore, che definirono la campagna contro il 3D “un’orribile montatura”, soprattutto in virtù della diffusione globale di una tecnologia letteralmente sotto gli occhi di tutti e prima di allora mai associata a rischi per la salute.  Non stupisce dunque la soddisfazione espressa dall’Agis rispetto alla sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio, che ha abbassato l’età per l’utilizzo degli occhiali 3D accogliendo il ricorso presentato nel 2010 dall’Anec e dal Cinema Teatrale Politeama Tuscolano contro una nota della Usl Roma H e contro una circolare del ministero della Salute. Decisione con cui tra l’altro il Tar ha contestualmente respinto un’azione del Codacons volta a elevare il limite di età di 6 anni e proibire l’impiego di occhiali riutilizzabili, nonostante tutte le rassicurazioni in merito alle procedure di pulizia e disinfezione fornite sin dall’inizio dagli esercenti che hanno optato per questa forma più sofisticata di tecnologia.

Anche se il 3D è ormai una tecnologia più che radicata nel panorama cinematografico italiano, e per quanto non si possa certo sostenere che le remore del Consiglio superiore di sanità abbiano costituito un deterrente per il pubblico, la sentenza è stata accolta come una vittoria dagli esercenti, che hanno sottolineato soprattutto come i giudici amministravi abbiano accolto le osservazioni sul 3D già fornite dagli esperti consultati all’indomani delle polemiche sollevate dal Codacons. Nel 2010, infatti, furono interpellati dall’Agis medici e docenti di oftalmologia che confermarono come il 3D non comporti alcun rischio per la vista, nemmeno nei bambini, e aiuti al contrario ad accorgersi di eventuali problemi di rifrazione non adeguatamente corretti, costituendo così un’ottima spia per avvisare i genitori, o eventualmente gli adulti, di rivolgersi a un oculista. Una conclusione cui è giunto anche il Tar del Lazio dopo una perizia della Società oftalmologica italiana, ma che non convince ancora il Codacons, secondo cui sarebbe solo un altro modo per sostenere la pericolosità degli occhiali 3D. Il loro uso, anzi, secondo i Consumatori, dovrebbe essere regolamentato anche all’interno dell’ambiente domestico, dove si stanno gradualmente diffondendo i televisori che consentono la visione a tre dimensioni.

Fonte: Giornale dello Spettacolo, Repubblica

 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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