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Parte la serie di Netflix, Lilyhammer, ma il portale si rifiuta di rendere pubblico il numero di visualizzazioni.

Con la “messa in onda”, o meglio in streaming, del suo primo serial, la compagnia compie un passo importante nella competizione con i grandi network. Ma si rifiuta di calcolare l’audience.

In diretta concorrenza con le tv americane via cavo e con il servizio di streaming di HBO, Netflix  dovrà presto  affrontare anche il nuovo soggetto che nascerà dall’alleanza tra Verizon e RedBox (l’articolo qui). Il portale VOD intanto lancia l’offensiva con la sua prima serie autoprodotta, Lilyhammer, ma si rifiuta di rilasciare i dati di ascolto perché non c’è alcun inserzionista cui rendere conto dell’audience.

 


Come abbiamo avuto già modo di sottolineare, la mossa di mettere in programma contenuti originali è di fondamentale importanza per Netflix, sia al fine di affrancarsi dal “ricatto” delle major e dei network con cui vuole competere, sia per non restare indietro rispetto a soggetti come YouTube, che ha già lanciato la sfida a tutta la tv tradizionale con la messa in produzione di propri canali tematici con nomi quali Madonna e Jay-Z. La compagnia guidata da Reed Hastings ha cominciato invece meno in pompa magna, con un semplice serial (il prodotto d’altra parte più gradito dai suoi utenti) dal titolo Lilyhammer, con protagonista l’attore dei Sopranos e chitarrista di Bruce Springsteen Steven Van Zandt. I suoi otto episodi sono stati messi online tutti contemporaneamente a partire da lunedì, e ci si aspettava che Netflix comunicasse qualche dato sulle visualizzazioni, ma così non è stato.


“Alcuni iscritti lo hanno amato così tanto da aver già visto tutti e otto gli episodi”, si è limitato a dichiarare Ted Sarandos, responsabile dei contenuti del portale VOD, ricordando altresì che “Netflix ha oltre 23 milioni di utenti e tutti avranno la possibilità di scoprire Lilyhammer, non solo in questi giorni ma per gli anni a venire”. Col tempo, continua Sarandos, “altri membri ne verranno a conoscenza grazie al passaparola degli amici o ai suggerimenti del nostro motore di ricerca”, per cui non avrebbe senso sbandierare i dati di ascolto. “Il nostro obiettivo è di dare alle persone la possibilità di scegliere, in modo che possano godere di film e programmi tv nel modo che più preferiscono, un episodio alla volta, tutti insieme, in salotto o sull’iPad”, senza contare – punto fondamentale – che non ci sono pubblicità all’interno della serie, per cui Netflix “non deve misurare l’audience per gli inserzionisti, deve solo offrire un grande spettacolo ai propri utenti”.


Ragionamento apparentemente impeccabile, ma resta il dubbio: se si fosse trattato di milioni di spettatori, siamo proprio sicuri che Ted Sarandos non avrebbe avuto nemmeno la tentazione di comunicarlo al mercato? Ad ogni modo, come riferisce lui stesso  in un post sul blog di Netflix, Lilyhammer, che parla dell’esilio in Norvegia di un pentito di mafia in fuga dal boss tradito, è in onda anche sulla tv norvegese, dove è alla sua terza settimana di programmazione. E lì, assicura il Chief Content Officer, il serial è un successo sensazionale, con 1,2 milioni di spettatori su una popolazione complessiva di 5 milioni di persone, il che ne fa in assoluto la serie più vista nella storia del Paese. Che Netflix abbia già trovato il prossimo mercato europeo (dopo Inghilterra e Irlanda) in cui lanciare il proprio servizio di streaming?

 

Fonte: The Wrap, Netflix

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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