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2 miliardi di ore di streaming negli ultimi 3 mesi: Netflix scala la classifica dei network più visti negli USA?

La società di Los Gatos ha diffuso in un comunicato stampa i dati riguardo al traffico streaming dell’ultimo trimestre del 2011, risultato pari a 2 miliardi ore tra film e serie tv. Un risultato che, secondo gli analisti, la fa saltare nella top 15 delle tv più viste degli Stati Uniti.

Il 2011 sarà pure stato per Netflix un anno difficile, con l’aumento dei prezzi per il noleggio dei contenuti video, la conseguente perdita di quasi un milione di utenti, il valore del suo business crollato di più di due terzi in Borsa  e l’evidente ricerca di liquidità per l’espansione verso l’Europa. Ma il 2012 sembra partire in controtendenza e aprirsi con auspici di gran lunga migliori.

 

A inizio settimana il portale di streaming VOD  ha annunciato una nuova serie in esclusiva con protagonista l’attore dei Sopranos e chitarrista di Bruce Springsteen, Steven Van Zandt (Reuters), che si chiamerà Lilyhammer e tratterà di un pentito di mafia costretto a rifugiarsi niente meno che in Norvegia per sfuggire alle ire del boss tradito.  La prima stagione sarà composta di 8 episodi, disponibili tutti simultaneamente a partire dal 6 febbraio, sempre nell’ottica di gareggiare con i grandi network a suon di contenuti originali. La notizia più rilevante è però arrivata ieri, quando la società di Los Gatos ha diffuso in un comunicato stampa i dati riguardo al traffico streaming dell’ultimo trimestre del 2011, risultato pari a 2 miliardi ore tra film e serie tv.

La cifra non si riferisce ai soli Stati Uniti ma a tutti i territori coperti da Netflix, ora presente anche in Canada e America Latina. La notizia comunque è bastata a rilanciare la compagnia nelle previsioni degli analisti: come riferisce Hollywood Reporter, Richard Greenfield della società esperta di trading BTIG ha dichiarato che queste cifre indicano una chiara erosione del pubblico televisivo operata dal VOD in streaming, in misura molto più ampia di quanto i broadcaster tradizionali non vogliano ammettere. Stando alle sue stime, considerando che gran parte del traffico dichiarato dovrebbe provenire dagli USA, con 667 milioni di ore mensili Netflix si starebbe avviando a diventare la 15esima emittente televisiva del Paese in assoluto, e probabilmente la seconda in tutte le case dotate di abbonamento al portale.

Sarebbe infatti di 500 ore al mese la media dei network sotto la top 15 dei più visti del Paese, e il VOD della società di Los Gatos riuscirebbe a scalarla con un bacino di utenza che supera i 20 milioni di iscritti. Quindi, se si considerasse solo il 21% dello share realizzato dalle pay tv statunitensi, diffuse in circa 100 milioni di case, il monte ore di Netflix risulterebbe il secondo di tutta la nazione, inferiore solo a CBS e seguito dai 600 milioni di ABC e dai 265 di Disney Channel. Ma si tratta ovviamente di una proiezione elaborata su di un dato disaggregato: Netflix, specifica Greenfield, può assumere un ruolo primario nei nuclei domestici dei suoi abbonati, ma prendendo in considerazioni tutti i 100 milioni di case dotate di pay tv, il suo “share” si riduce a 2,4 punti percentuali, risultando molto meno significativo.

Abbastanza, tuttavia, per convincere ieri la Borsa a far risalire il titolo dell’11%, invertendo la tendenza ribassista che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2011. Se le analisi di Greenfield fossero correte, il CEO Reed Hastings potrebbe perciò dormire sonni più tranquilli nella competizione in cui ha dichiarato di volersi imbarcare con le tv tradizionali, e in particolare con HBO.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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