You are here
Home > Cinema > Una scimma agli Oscar: la Fox sfida gli scetticismi sulla performance capture.

Una scimma agli Oscar: la Fox sfida gli scetticismi sulla performance capture.

Dopo la clamorosa esclusione degli attori di Avatar dalle nomination agli Oscar, quest’anno la 20th Century Fox intende spingere affinché la performance capture venga riconosciuta al pari di ogni altra prova d’attore. Forte soprattutto, della maestria di Andy Serkis dimostrata senza equivoci ne “L’Alba del Pianeta delle Scimmie”.

Gli Oscar hanno sempre premiato il trasformismo degli attori: quando Nicole Kidman ricevette l’Academy Award fu lo stesso presentatore Denzel Washington a scherzare sul fatto che il premio se lo fosse aggiudicato in realtà il naso dell’attrice, deformato in The Hours per adeguarsi a quello della scrittrice Virginia Woolf. Eppure c’è un tipo di trasformazione che Hollywood non ha ancora pensato di ricompensare con una statuetta d’oro, vale a dire quella perseguita attraverso gli effetti speciali computerizzati e la performance capture. Ma ora le cose potrebbero cambiare sulla spinta dei nuovi kolossal basati su questa tecnologia, primo fra tutti Avatar, che seppur non premiato in questa categoria, ha contribuito a sdoganare un nuovo tipo di recitazione, basata sì sugli effetti digitali ma anche sulla bravura degli interpreti. Quest’anno, inoltre, sarà impossibile per l’Acadamey non porsi il problema di come valutare la prova regalata dal protagonista de L’Alba del Pianeta delle Scimmie, Andy Serkis, ormai portabandiera della motion capture grazie a una serie di ruoli memorabili: dal Gollum del Signore degli Anelli e da King Kong fino all’ultimissima parte da co-protagonista ne Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno, diretto da Steven Spielberg.

È infatti l’attore dietro agli effetti speciali che la 20th Century Fox sta cercando di lanciare agli Oscar, con una campagna di sensibilizzazione verso una prova d’attore che, come ricorda il Los Angeles Times, non si allontana poi troppo dal forte trucco prostetico che portò ad esempio John Hurt a ricevere una nomination per The Elephant Man nel lontano 1980. La major, in particolare, terrà una serie di proiezioni speciali all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e presso il sindacato degli attori, la  Screen Actors Guild, con Andy Serkis in collegamento diretto via satellite dal set neozelandese di The Hobbit, dove è tornato a vestire i panni del Gollum per l’ormai inseparabile Peter Jackson (anche produttore dell’adattamento cinematografico di Tintin). E per sottolineare l’importanza della levatura attoriale anche nell’ambito della performance capture, la 20th Century Fox fornirà anche diversi filmati della recitazione di Serkis prima dell’intervento degli esperti di effetti speciali della famosa compagnia Weta Digital.

“Il nostro lavoro è far riconoscere le grandi performance, anche quando si presentano sotto una forma un po’ inusuale, come in questo caso” – ha dichiarato al Los Angeles Times Tom Rothman, a capo della Fox Filmed Entertainment“La sfida è vincere pregiudizi e preconcetti e far capire che le emozioni trasmesse da un personaggio non vengono dall’animazione computerizzata ma dall’attore”. Dopo Avatar, tra l’altro, per la performance capture esiste un apposito comitato alla Screen Actors Guild, ma non agli Oscar, nonostante a rivendicare un premio dedicato fosse stato già Robert Zemeckis nel 2004 per il suo Polar Express, costruito sulla fisionomia e le movenze di Tom Hanks.

Eppure, come ha avuto modo di ricordare il giovane protagonista di Tintin, Jamie Bell all’ultimo Festival Internazionale di Roma, il lavoro su greenscreen è quello che più si avvicina alla recitazione pura, per la mancanza di qualsiasi elemento fisico di supporto: “È uno spazio creativo libero e liberatorio. In fondo è molto divertente, perché bisogna immaginare tutto, non c’è niente sul set con cui interagire. Sei tu che devi riempire i vuoti, elaborare le sensazioni anche più semplici, come il caldo o il freddo degli oggetti”. E anche riguardo alla bravura di Serkis, Bell non ha risparmiato elogi: “Quando lo guardi sullo schermo non vedi il computer, non vedi il rendering, ma l’anima di un grande artista” (leggi il nostro reportage dalla kermesse capitolina su Screenweek).

Bisogna perciò abituarsi all’idea che d’ora in poi alieni blu, creature fantasy e scimpanzé iperintelligenti potrebbero diventare ospiti sempre più graditi non solo sul grande schermo ma anche sul red carpet degli Oscar.

 

Fonte: Los Angeles Times

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI