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Totò in 3D, De Laurentiis: nelle sale solo se con il sostegno degli esercenti.

Prima di Avatar, prima di Spielberg c’era… Totò! Il Principe De Curtis nel ’53 fu infatti protagonista del primo film italiano in tre dimensioni, girato con un sistema brevettato da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis e battezzato, dalla fusione dei loro nomi, Podelvision.  Totò in 3D – Il più comico spettacolo del mondo fu…

Prima di Avatar, prima di Spielberg c’era… Totò! Il Principe De Curtis nel ’53 fu infatti protagonista del primo film italiano in tre dimensioni, girato con un sistema brevettato da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis e battezzato, dalla fusione dei loro nomi, Podelvision.  Totò in 3D – Il più comico spettacolo del mondo fu distribuito sia in versione normale che in versione stereoscopica, ma quest’ultima non ottenne molto successo e venne così ritirata presto dalle sale. Dopo circa due anni di restauro, il film è tornato a vivere al VI Festival Internazionale del Film di Roma, dove è stato presentato con orgoglio da Aurelio De Laurentiis. Oggi invece l’Italia, a detta del Patron di Filmauro, è uno dei Paesi dove il 3D ha attechito meglio, portando alla rapida riconversione di un cosistente parco sale, ed è così nata l’idea di rimettere a nuovo i due negativi del film, chiamati occhio destro e occhio sinistro, che sovrapposti consentono la visione a tre dimensioni della commedia del ’53.

Il Podelvision richiedeva infatti l’uso di due macchine da presa e due pellicole, da proiettare insieme con due diversi apparecchi, anche se prese singolarmente funzionano benissimo anche in 2D. Il processo di restauro è stato difficilissimo, ha spiegato De Laurentiis, per l’alta infiammabilità delle vecchie pellicole e la necessità di ricostruire le tante parti logorate. Il costo del processo, è stato quantificato in circa 200 mila euro.

Ecco, tra l’altro, perché il film ha saltato festival come Cannes e Venzia che, afferma sempre il produttore “ci hanno corteggiato, ma noi non potevamo sapere quando saremmo stati pronti”. Totò in 3D – Il più comico spettacolo del mondo è così arrivato a Roma, dove – assicura De Laurentiis – non è stato portato per un lancio meramente promozionale, anche perché l’uscita del film nelle sale per ora non è garantita. E su questo punto, il patron di Filmauro punta senza troppi scrupoli il dito verso Stato ed Esercizio:

“In Italia, c’è troppo un concetto di sovvenzione e poco un concetto di impresa. Un conto è se si vuol fare una celebrazione una tantum,  che non ha un lato economico, un conto è uscire nelle sale. Le copie costano e i restauri ancora di più. A questo dovrebbe pensare lo Stato, ma mi sembra che siamo rimasti alla frutta. Non c’è più niente, e non solo per il cinema dove non c’è mai stato molto. Allora rimane il privato, che deve usare questi film in maniera commerciale”.

Ed è qui che Da Laurentiis vede la spaccatura tra le categorie del cinema: “Chiamerò tutti esercenti, e gli chiederò se preferiscono che il film esca su Sky 3D, o se passi prima nelle sale. Ma in questo caso non voglio sentirmi dire che è un film napoletano, che a Milano non lo vedrà nessuno e che quindi è meglio partire con qualche copia al Sud e poi si vedrà. Non si può bollare ancora oggi un genio unico, a livello chapliniano”. Da parte sua, De Laurentiis offre pazienza, nel senso che non intende “usare il Festival di Roma per promuovere l’uscita a stretto giro del film, come giustamente fanno titoli che non sono costati 200 mila euro ma milioni di dollari”. Il patron di Filmauro si dice disponibile ad aspettare fino a maggio, quando in genere i listini cominciano ad essere smaltiti, ma ci deve essere un’interazione tra esercizio e produzione e distribuzione, perché così sembriamo degli eterni separati in casa, e a rimetterci è in primo luogo il pubblico”.

Allo stesso tempo, ci sono fronti su cui è ancora necessario l’intervento dello Stato, primo fra tutti la pirateria, ma anche l’istruzione. “Totò si dovrebbe studiare nelle scuole, è assurdo che nei programmi non ci sia il cinema, grande protagonista del ‘900, ma anche la tv e internet”, sostiene De Laurentiis, che non disdegnerebbe una collaborazione con il Miur per il lancio del film. Ma il nodo centrale restano sempre gli esercenti, che il produttore definisce “avidi quando si tratta di nuovi film, salvo poi vedere gli incassi e decretarne con facilità la sopravvivenza o la morte. Non mi spaventa stampare 300 copie, ma ci deve essere intesa.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it

One thought on “Totò in 3D, De Laurentiis: nelle sale solo se con il sostegno degli esercenti.

  1. Non c’è nessun bisogno di “stampare” 300 copie, ammesso che di stampa si possa parlare visto che, come qualunque altro titolo 3D, potrà essere distribuito su un semplicissimo hard disk. Per eliminare quel costo, basta distribuire il DCP via satellite come stanno iniziando a fare molti altri distributori: ormai, i ricevitori li abbiamo tutti.

    Lamentarsi del mancato supporto degli esercenti, quando il film sarebbe dovuto uscire in contemporanea con Roma per sfruttarne il lancio pubblicitario, secondo me serve a ben poco.

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