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Il Crocevia del 3D

Jeffrey Katzenberg è stato uno dei principali promotori del 3D ma il suo impegno nel convincere il mondo della bontà di questa nuova tecnologia non lo ha ancora ricompensato dello sforzo, visto che il risultato dell’ultima fatica della sua DreamWorks Animation sta ottenendo meno di quanto meriterebbe al box office. Non solo, nonostante siano in…

Jeffrey Katzenberg è stato uno dei principali promotori del 3D ma il suo impegno nel convincere il mondo della bontà di questa nuova tecnologia non lo ha ancora ricompensato dello sforzo, visto che il risultato dell’ultima fatica della sua DreamWorks Animation sta ottenendo meno di quanto meriterebbe al box office.

Non solo, nonostante siano in molti a sostenere che il 3D dia il massimo proprio nei film d’animazione, i record di Avatar e Alice in Wonderland confrontati con i risultati dei film d’animazione stanno convincendo molti che, dal punto di vista commerciale, il 3D sia più utile ai film per adolescenti/adulti che per quelli “per bambini”, categoria in cui stanno purtroppo precipitando nuovamente i film d’animazione, che invece negli ultimi 10 anni avevano guadagnato anche fette di pubblico più adulto.

Penso vada letta con queste premesse in mente l’intervista a Katzenberg pubblicata oggi da Variety in cui il CEO della DWA dice chiaramente che il 3D in questo momento si trova ad un crocevia (della morte verrebbe da dire ricordando il film dei Coen) uscito dal quale il 3D potrebbe confermarsi 1) la più grossa innovazione e opportunità di crescita per il cinema su grande schermo da decenni” oppure b) “in pericolo di sparire entro un anno” o c) “entrambe le cose”.

Inutile dire che per Katzenberg la risposta è C e che torna sull’argomento oggi, forte delle critiche unanimi accumulate dal 3D di Scontro tra Titani, per sottolineare che la sua critica alla conversione dei film pensati per il 2D in 3D non nasce dalla paura di perdere sale per Dragon Trainer (anche se l’annuncio della Warner dell’uscita del film convertito a ridosso della sua data lo aveva fatto infuriare), ma dal rischio che in un momento in cui gli spettatori non hanno ancora capito bene cosa sia il 3D, operazioni del genere possano finire per distruggere la grande opportunità rappresentata dal nuovo formato, confondendo gli spettatori e facendogli pensare che questo 3D non è poi una grande cosa.

Dopo aver definito Avatar il punto più alto della breve storia del 3D, Katzenberg non si fa certo scrupolo di definire Clash of Titans il suo punto più basso e prosegue la sua intervista chiarendo una cosa che non è ancora ben chiara a tutti, cioè che ogni film in 3D ha una storia a se stante, perché la conversione dei film in 3D può avere un senso, se fatta a certe condizioni, su cui si è di recente espresso, prendendo una posizione che hanno applaudito in molti, anche Michael Bay.

Così mentre c’è chi si domanda se non sia giusto pubblicizzare la differenza tra il 3D reale e il 3D tarocco, come è stato soprannominato qui in Italia già dall’uscita di Alice, il film oggetto di questo dibattito sta per arrivare anche nelle nostre sale, dove la montatura degli occhiali 3D ha già danneggiato in modo palese un mercato su cui siamo ancora più confusi che in altri paesi.

Sono molti gli spettatori, infatti, che pensano al 3d ancora come a quello dei trucchetti degli anni ’70 e ’80, e sostengono, usciti ad esempio dalla visione di Avatar, che “il film non era tutto in 3D”.

Qui da noi, ancor più che in mercati che hanno minor confusione e maggiore cultura tecnologica, anche sul 3D e su cosa significa dal punto di vista cinematografico, penso sarà molto importante lavorare con convinzione per la diffusione di una maggior cultura di questa forma di proiezione che rappresenta, davvero, una più coinvolgente esperienza cinematografica, nella mia esperienza anche per i film dedicati ai più piccoli.

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Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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