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Cinema 2.0: Avatar è il primo film del nuovo millennio

In realtà dovrei dire del nuovo secolo, perché il cinema non ha una storia millenaria e il fatto di essere a cavallo di un nuovo millennio e “vivere” in quello che un giorno sarà chiamato il terzo millennio è solo una gran botta di fortuna ed una cosa molto più grande di quello di cui…

In realtà dovrei dire del nuovo secolo, perché il cinema non ha una storia millenaria e il fatto di essere a cavallo di un nuovo millennio e “vivere” in quello che un giorno sarà chiamato il terzo millennio è solo una gran botta di fortuna ed una cosa molto più grande di quello di cui trattiamo qui, ma proprio per questo millennio ha tutto un altro sapore e non capita a tutti di poterlo usare quindi mi sono detto perché no!

Poi chissà se all’appuntamento col prossimo cambio di secolo il cinema esisterà ancora, quindi potrebbe essere la prima, ma anche l’ultima, occasione per dire che col nuovo film di James Cameron ci troviamo ad un punto di svolta della storia del cinema. Non tanto perché dopo Avatar nulla sarà più come prima, per molti anni ancora il cinema sarà ancora così come lo conosciamo, ma perché d’ora in avanti diventerà definitivamente normale anche avere dei film in cui ambientazioni e protagonisti, pur in un’opera che appare “live action”, sono in realtà tanto artificiali, eppure così altrettanto vivi, quanto i personaggi di un moderno film d’animazione o di un normale film con personaggi in carne e ossa.

Certo la differenza tra il film d’animazione e quello live action rimane comunque nel fatto che mentre nel primo l’interpretazione è tradotta in immagine con la mediazione di artisti, in questi film abbiamo, anche se bisogna dire “ancora” e “parzialmente” perché non è così per tutte le creature che prendono vita sullo schermo, degli attori in carne ed ossa a dare il primo alito di vita ai personaggi e alla loro storia.

Penso che abbia sintetizzato benissimo questo concetto Gabriele Niola nella recensione pubblicata su ScreenWEEK.it quando dice che “Avatar ha il compito di traghettare (speriamo) il mestiere di regista in un’altra era fatta di nuove potenzialità aggiunte alle solite“.

Intendiamoci non è che si tratti, in assoluto, di tutte cose mai viste, ma mai nessuno ne aveva fatto un’opera così integrata, totale, articolata e compiuta e sappiamo bene che, una volta sviluppata, certa tecnologia diventa quasi automaticamente uno standard per tutti, uno standard che rende definitivamente obsoleta la già triste espressione: “questo film è tutto effetti speciali”, perché gli effetti speciali sono finalmente “normali” e andranno commentati non più come un elemento (che per alcuni è) estraneo al film, ma alla pari con i costumi, le scenografie, la fotografia… tutti elementi che in gran parte sostituiscono ed integrano.

Per l’industria dell’entertainment, infine, Avatar rappresenta quel film che non solo, oggi, riporta la fruizione nella sala cinematografica al centro dell’attenzione del pubblico e mantiene in pieno la promessa 3D fatta da Katzenberg un anno fa, ma anche l’evento storico che ci convincerà, nei prossimi anni, a cambiare per l’ennesima volta (ma non saranno troppe) televisore, alla ricerca della visione 3D anche in casa.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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